Ogni anno il 26 Giugno ricorre la Giornata Mondiale contro l’abuso e il traffico illecito di droga, istituita dall’Assemblea Generale delle nazioni Unite nel 1987 per ricordare l’obiettivo comune a tutti gli Stati membri di creare una comunità internazionale libera dalla droga.
Un problema in crescita: il consumo di droga
Secondo l’Osservatorio Europeo delle Droghe e delle Tossicodipendenze, il consumo di droga in Europa (anche l’assunzione una sola volta nella vita) interessa circa il 28,9% degli adulti tra i 15 e i 64 anni. In generale tra le persone che fanno uso di droghe, la poliassunzione è comune, ossia vengono consumate un’ampia gamma di sostanze. La cannabis risulta essere la droga più usata, la prevalenza del consumo è circa cinque volte superiore a quella delle altre sostanze. Benché il consumo di eroina e altri oppiacei rimanga relativamente modesto, queste sostanze stupefacenti continuano a essere quelle più comunemente associate alle forme più dannose di uso, compreso quello per via parenterale. Inoltre, le statistiche dimostrano che il consumo di stupefacenti è maggiore nella popolazione maschile (50,6 milioni) rispetto a quella femminile (32,8 milioni).
Purtroppo, la tossicodipendenza e l’uso di sostanze stupefacenti tra i giovani è un fenomeno in crescita continua che rappresenta una seria minaccia per la salute pubblica, la sicurezza e il benessere dell’intera comunità. Infatti, il consumo di droga nell’ultimo anno si è rivelato prevalentemente concentrato fra i giovani adulti. Si stima che nell’ultimo anno abbiano fatto uso di droghe 17,4 milioni (16,9 %) di giovani adulti (15-34 anni): tra coloro che hanno segnalato di averne fatto uso, i maschi (21,6 %) sono il doppio delle femmine (12,1 %).
Il consumo di droghe non comporta solo dipendenza fisica e mentale, ma anche l’elevata possibilità di contrarre il virus dell’immunodeficienza umana HIV e il virus dell’epatite C attraverso la condivisione dei materiali per l’assunzione per via parentale. Nel 2019 sono stati notificati 849 nuovi casi di HIV e 266 nuovi casi di AIDS attribuibili proprio al consumo di droghe. Ma il peggio riguarda però i decessi per overdose, causati principalmente dall’assunzione di eroina in combinazione con altre droghe. Nel 2019 in Unione Europea, si sono verificati 5.141 decessi da overdose con un incremento del 3% rispetto all’anno precedente, tra cui 116 sono stati i decessi tra gli adolescenti di età compresa tra i 15 e i 19 anni. Un fenomeno in crescita che deve essere considerato con una certa preoccupazione.
Fermiamo il mercato della droga
L’Europa è un mercato importante per le droghe, alimentato sia dalla produzione interna sia dall’importazione illecita da altre regioni. America meridionale, Asia occidentale e Africa settentrionale sono importanti aree di approvvigionamento delle sostanze illecite che giungono in Europa, mentre la Cina è un paese di approvvigionamento per le nuove sostanze psicoattive, per i precursori di droghe e per le sostanze chimiche correlate.
L’America Latina si attesta essere il luogo dove si concentrano le maggiori organizzazioni criminali attive nella produzione su larga scala degli stupefacenti e nel narcotraffico internazionale. Colombia, Brasile, Venezuela, Bolivia, Giamaica, ma soprattutto Messico, sono i principali centri produttori. Il Messico è il primo produttore in assoluto di droga come eroina, marijuana e metanfetamine destinate soprattutto al mercato statunitense e rappresenta, quindi, la nazione più afflitta dal fenomeno del narcotraffico. Dal 2000 ad oggi, i cartelli della droga hanno ucciso più di 370.000 persone, costringendone altri 360.000 a migrare altrove. Il Messico è una nazione effettivamente in guerra per la droga, con i cartelli messicani da una parte e le forze armate del governo dall’altra. Questo conflitto armato per il controllo della produzione e della vendita di stupefacenti è iniziato alla fine degli anni Ottanta, ma le violenze si sono intensificate ancora di più a partire dagli anni duemila, da quando i narcos hanno cominciato ad ingaggiare senza timore alcuni scontri violenti contro l’esercito e la popolazione civile, mettendo a ferro e fuoco le città, bloccando le strade, bruciando i veicoli e sparando all’impazzata.
Addirittura, il mercato della droga è stato particolarmente resiliente alle interruzioni causate dalla pandemia. I narcotrafficanti si sono adattati alle restrizioni sugli spostamenti e alla chiusura delle frontiere, apportando cambiamenti dei circuiti e dei metodi di commercio, con un maggior ricorso al contrabbando tramite container intermodali e catene di approvvigionamento commerciali e un minor ricorso ai corrieri umani.
Anche noi della Fondazione Fratelli Dimenticati ci impegniamo con numerosi progetti in Messico per migliorare le condizioni di vita delle comunità indigene locali, anch’esse vittime della costante guerra che si combatte in questi territori per la droga. Ci occupiamo di sostenere l’ospedale Tarahumara a Sisoguichi, nella Sierra Tarahumara, nel nord del Messico, per dare assistenza sanitaria alla popolazione indigena e meticcia della zona e salvare così la vita di molte persone, tra cui ci sono molti bambini che ricevono dei trattamenti specifici per contrastare la malnutrizione.
Dobbiamo impegnarci affinché ogni giorno sia una giornata di lotta contro l’uso e il traffico di droga per liberare questi territori dalla dipendenza in tutte le sue forme.