“Se hai un cuore per l’adozione, non lasciare che la paura si frapponga”
Doug ChapmanChi ha adottato nella propria vita o chi è in procinto di farlo sa che l’adozione di un bambino si raggiunge a seguito di iter e procedure che rendono questa esperienza tanto fantastica e unica nel suo genere, quanto lunga. Chi ha vissuto questa esperienza sa infatti quanto il legame che si instaura tra la nuova famiglia ed il figlio adottivo si equipara al legame sanguigno e che, proprio per questo, il nuovo arrivato diventa parte integrante ed effettiva della famiglia.
A differenza dell’affidamento, l’adozione di fatto si distingue per essere una soluzione permanente e definitiva in grado di rendere un bambino un vero e proprio membro della famiglia. Proprio per questo all’interno dello stato italiano ci sono criteri e vincoli che regolano l’intera procedura.
Proprio in virtù della caratteristica di soluzione permanente e definitiva è doveroso fare chiarezza sul termine “adozione a distanza” che negli anni ha preso il sopravvento ma che, di fatto, come vedremo nei prossimi paragrafi, non coincide con la pratica. Ma prima, capiamo di cosa si parla.
Sostegno a Distanza vs adozione a distanza
È pur vero che per ragioni di marketing il termine adozione è stato associato al termine “a distanza” ma di base si tratta di un ossimoro: non esiste adozione se non vi è vicinanza. Tutto ciò che è “a distanza” non può essere dunque affiancato al termine “adozione” per non cadere nella contraddizione. Nel corso degli anni sicuramente in Italia i due termini sono stati spesso utilizzati come sinonimi per rafforzare il concetto di “aiuto” sul quale si basa il vero e proprio Sostegno a Distanza e anche le principali organizzazioni per il Sostegno a Distanza nel corso degli anni si sono battute per scindere i due termini spesso accostati: Il termine “adozione” di base rende il sostenitore un genitore a distanza, ma il vero significato di adozione prescinde da un simile legame e non può essere, quella del sostegno economico, l’unica caratteristica peculiare di un rapporto di genitorialità. È proprio per questo che il concetto di “genitore” viene meno e prende spazio quello di “sostenitore” nonostante alcune associazioni continuino a parlare di “figli a distanza”.
Fatta chiarezza sulla distinzione di base e dell’utilizzo improprio del termine “adozione a distanza” possiamo dunque parlare in definitiva di Sostegno a Distanza (SaD). È proprio per questo che ti invitiamo a leggere anche la pagina dedicata al Sostegno a Distanza di Fratelli Dimenticati dove ti illustreremo i perché che stanno alla base di questi importantissimi progetti e le modalità di Sostegno a Distanza tra cui scegliere.
Cos’è quindi il Sostegno a Distanza?
Il Sostegno a Distanza è un atto di solidarietà che consiste nell’impegno morale a inviare un contributo economico stabile e continuativo.
A chi è rivolto il Sostegno a Distanza?
Il Sostegno a Distanza è rivolto alle comunità: scuole, convitti, oratori, case famiglia, centri d’accoglienza, mai ad un singolo individuo. Le comunità (Centri) ospitano molti bambini e aiutano tutti, grandi e piccini indistintamente, a raggiungere lo stesso livello di benessere culturale e sociale. Questo evita discriminazioni e complessi di inferiorità all’interno di un tessuto sociale di per sé già debole.
Regala un Sostegno a Distanza
Con Fratelli Dimenticati oltre a sostenere a distanza divenendo il protagonista di questo gesto d’amore, puoi anche donarlo a qualcun altro. Infatti, mettendoti in contatto con il nostro Ufficio Sostenitori, potrai fare un regalo diverso e speciale a chi ami offrendo un’esperienza unica fatta di solidarietà e amore verso uno o più bambini, se non una comunità intera. Scopri di più
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